lunedì 10 settembre 2012

I passi di Giulia



                                                                                                          16 maggio

Sono rientrata oggi nel mio appartamento e mi sono resa conto che non è così spoglio come immaginavo. Forse non erano i suoi oggetti ad essere ingombranti bensì la sua presenza. Sono entrata piano, in punta di piedi, con la bimba paonazza tra lacrime ed urla; tutto questo mi ha reso occupata e mi ha dato inizialmente l’impressione che fosse meno triste, meno penoso. Ma non appena ho messo Chiara nel suo lettino, sfinita dal viaggio e dai pianti, mi sono resa conto di quello che era successo. Le mensole in alto a sinistra erano vuote, gli armadi semiaperti, il letto sfatto e il bagno incasinato. L’ultima manifestazione del suo disinteresse. Non credevo potessi sentirmi così triste. La separazione è un lutto senza funerale, andrebbe commemorata.

- Io Giulia lascio te, Carlo, come mio non più legittimo sposo e prometto di non amarti e non onorarti finché morte non ci separi.

Ho passato la giornata a crogiolarmi nella malinconia. Ho girato per casa in cerca di ciò che poteva sembrarmi diverso e ho trascorso minuti con lo sguardo fisso ad aspettare che una mensola vuota mi desse una risposta sul perché mi ero ritrovata ad essere una donna separata.

La verità è che né Giulia né qualsiasi altra parte della casa riuscirono a rispondere al quella domanda.{...}




Passo tratto dal racconto I passi di Giulia

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