Ci sono dei momenti della propria vita in cui un film, una melodia, un libro, tre semplici parole rimangono impresse nella mente. Ci sono attimi in cui queste si ripropongo a te, impetuose e insistenti e tu le lasci entrare, perchè in qualche modo hanno contribuito a formare il tuo essere donna, perchè ti hanno accompagnato in quei momenti. Ci sono donne che ricordano una canzone, donne che parlano di frasi, dette da una nonna, da un'amica. Ci sono donne, come me, che hanno un contenitore pieno di queste "cose". Oggi ha bussato di nuovo alla mia porta un pezzo di Diego Cugia, alias Jack Folla e chissà che non diventi importante anche per qualcuna di voi e arricchisca così il vostro contenitore. 
"Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in  assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la  catastrofe, dopo la caduta, che uno dice: -è finita-. No, finita mai, per  una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche  se non vuole. 
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo  che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non  finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,  che ogni mattina è un esame peggio che a scuola. Te implacabile  arbitro di te stessa che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se  sei all'altezza o se ti dovrai condannare. Così ogni giorno... e questo  noviziato non finisce mai; e sei tu che lo fai durare. 
Oppure parlo di te che hai paura anche solo di dormirci con un uomo;  che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con  nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.  Peggio se ci rimani presa in mezzo tu, perchè poi soffri come un cane. Sei  stanca, c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole  cambiare o che devi cambiare tu per tenertelo stretto; così ti stai  coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici  anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene, sto  meglio così" e il cielo si abbassa di un altro palmo. 
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e  Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto  tempo e ne hai buttata talmente tanta di anima che un giorno cominci a  cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.  Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai  guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi  stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è  stata crisi. E hai pianto. Dio quanto piangete! Avete una sorgente  d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada  affollata, alla fermata della metro, sul motorino, così improvvisamente che non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la  macchina e hai guidato per ore perché l'aria buia ti asciugasse le  guance? E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate ragazze! Lacrime  e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che  dia un senso al tuo dolore. "Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre  lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte. E allora  vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani e  saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui  che inizia tutto non lo sapevi? E' qui, da quel grande fegato che ti  ci vuole per guardarti così scomposta in mille coriandoli che  ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto  che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai  inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di  conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere  quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà  lentamente: innamorarsi di nuovo di se stessi o farlo per la prima  volta è come un diesel, parte piano, bisogna insistere; ma quando va, va  in corsa. 
E' un'avventura ricostruire se stesse, la più grande. Non importa da  dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di  capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo  meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori  o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono capire e vedere:  "Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma  soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in  rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per se  stessa....è la primavera a novembre, quando meno te l'aspetti."



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