mercoledì 12 settembre 2012

Vademecum per sportive senza sport

Settembre: come ogni anno litigare con il proprio fondoschiena per la figura non proprio positiva fatta in spiaggia, fino a qualche settimana prima, non cambierà di certo la situazione. Dai! Parliamo insieme di quella che ogni Donna ritiene una problematica basilare dopo una certa età: lo sport da praticare a inizio anno "accademico".


Innanzitutto porrei l'attenzione sul verbo utilizzato: praticare. Ebbene si signore uno sport si pratica. Lo dico a voi per metabolizzarlo meglio anche io; è come prima di un esame o di un'interrogazione, ripetere attiva delle aree del cervello che facilitano la memorizzazione. Allora eccomi qui a dirvi che bisogna agire,
praticare,
sforzarsi,
agitarsi,
impaurirsi... no niente allarmismi!
Proviamo a tornare indietro di due tre verbi.
Allora dicevamo: praticare; perchè la solo iscrizione non basta per poter pronunciare le fatitiche parole: "Vado in palestra". Se sei iscritta e hai varcato la soglia del centro sportivo quattro volte, di cui due erano per acconto e saldo in segreteria, non vai in palestra, ti fai vedere sporadicamente in palestra.
Sono fantastiche quelle donne che dicono di praticare uno sport senza aver il ben che minimo risultato. Si, so che parlo di tua sorella o di quella tua amica, probabilmente anche tu rientri in questa lobby del dolce far mentale, che ci giustifica di fronte all'incombenza di un fondoschiena moscio, ma non potrai far finta a vita che per quanto tu sia restia alla propaganza della donna come oggetto sessuale, del corpo come merce di marketing, dell'oggettività del concetto bellezza, a te quella cellulite e tutto quel flaccidume non ti piacciono proprio.


Allora eccoti, a inizio settembre piena di buoni propositi, appena rientrata dall'ultima giornata all'insegna di mare, sole e un costume troppo odiato. Sei li che rifletti con chi andare, come andare e soprattutto cosa metterti a fare. Questo post è per te, perchè nella confusione di una decisione così banale, seppur significativa, volevo farti sapere che ci sono anche io su questa barca, mal comune mezzo gaudio, ma quando c'è anche una pseudo soluzione non potevo non renderti partecipe.

1) Ho notato che per essere perseveranti -o almeno tentare- dovremmo far leva sul nostro senso di dovere e semmai dovesse vacillare, giocare la carta dell'amica o dell'amico da non poter lasciare solo alla 5 lezione per colpa della sciatica, della giornata pesante in ufficio o del bimbo che fa i capricci proprio appena stai per uscire dalla porta. Ancorarti ad un amica potrebbe far la differenza.

2) Il materiale: racchetta da tennis, tuta da spinning, scarpe da ballo o ciabatte per la piscina. Acquistare porta inesorabilmente a sfruttare ciò che si è comprati per non aver l'idea di aver sprecato soldi inutilmente.

3) La lezione di prova. Senza una dimostrazione tangibile di ciò che idealmente avete scelto di fare, potreste ritrovarvi tra le grinfie di una grintosa trainer che vi condurrà all'uscita in meno di 3 lezioni, se il massimo che avete mosso nella vostra vita è il tappuccio di una biro da una scrivania all'altra. Apprezzare un insegnante e il tipo di lavoro che propone potrebbe essere un buon inizio per imparare ad amare uno sport. L'empatia crea fiducia e la fiducia rende più predisposte all'apprendimento.

4)Essere affascinate da ciò che state andando ad intraprendere. Cosa ho scelto io quest'anno? Tango, una semplice e arzigolata camminata sulla sensualità mentale. Rapita e estasiata da una Milonga lungo le rive del Tevere, tenterò l'impossibile, far danzare l'elefante che è in me.


Questo non vuole essere un vero e proprio vademecum per sportive senza sport, più che altro un consiglio amichevole, perchè a volte terminare una giornata pesante, con un po' di moto, cambia l'umore e ognuna di noi avrebbe diritto a un sorriso in più.



Nessun commento: