giovedì 10 marzo 2011

Il vero significato di una GDM sta nelle piccole cose


Eccola una di quelle giornate in cui la parola “odio” viene ripetuta così tante volte dalla mia mente da sembrarmi quasi amichevole a fine serata. Oggi “odio” il tutto e il nulla, oggi come direbbe una mia amica è una giornata di m***a, meglio profilata nel suo status facebook come GDM. Questa è una di quelle mattinate in cui ci impieghi più di 40 minuti a fare alzare tua figlia dal letto, farla vestire, punzecchiarla davanti al lavello per farle capire che se continua a fissare lo specchio i denti non si laveranno da soli. Una di quelle mattine in cui capisci che il primo vaffa se lo beccherà tuo marito già solo da come ti guarda attonito da chi sa che sta per sbagliare qualcosa ma ancora non sa bene cosa. Quei giorni dove quando finalmente riesci ad uscire di casa, ci impieghi 5 minuti di orologio per prendere l’ascensore, 10 minuti per portare fuori dal garage l’auto, grazie alla nonnina di turno che proprio questa mattina accompagna di nipotini a scuola, mentre da dentro urli a gran voce:”signoraaaaaaaaAAAAAA non sono in ritardo solo io, lo è anche lei, vuole salire quella rampaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAA, la prima, metta la primaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaAAAAAAAAA".
 
 Uno di quei GDM che alle 10:00 già speri sia finito e ti rendi conto che manca ancora più di mezza giornata. In più, come se non bastasse questo perfetto quadretto sfascia nervi, all’ottavo mese di gravidanza ci si mettono: reflusso gastroesofageo, contrazioni e nausee a ricordarti che anche se ti chiudi a casa il tuo GDM è ancora vicino a te.
Nella vita esistono queste giornate, dove nulla in realtà è così problematico e non oltrepassabile, dove le piccole noie della giornata si tramutano in grandi montagne da scalare a causa del nostro umore. Dove una piccola e apparentemente insignificante cosa fa scattare una reazione a catena, che porta alla giornata un colore cosi cupo e triste che qualsiasi piccolo inconveniente diventa una mina per il nostro equilibrio. In queste giornate, io personalmente non so che fare se non cercare di non prendere a sassate un muro e più penso a come tranquillizzarmi e più mi agito. Cosa ancora più irritante sono quelle persone che provano a consolarti sbattendoti in faccia il “grado” delle tue problematiche…il “grado”?? 
Come se una non lo sapesse che i mali della vita sono altri, ma che roderebbe anche a Giobbe uscire di casa in ritardo dopo essere stata più di un’ora a correre dietro a tutto per evitarlo, avere 1 figlia che ci mette 45 minuti per lavarsi e vestirsi,  1 altra che ti tira calci sullo stomaco dalle 5:30 facendo giocare i tuoi succhi gastrici a ping pong col tuo esofago, 1 marito che si dimentica tutto ciò che avevate organizzato insieme 5 secondi prima, 1 nonnina che ostruisce letteralmente l’uscita di un garage perché non riesce ad inserire 1 marcia, 4 guidatori inesperti che ti fanno visionare ogni semaforo del lungotevere, 1 motociclista suicida che non contento delle sue gesta, ti dà anche la colpa delle sue manie psichiatriche e una numerosa sfilza di piccole e devastanti noie che sei riuscita ad incontrare in meno di 4 ore in un’unica giornata. 
Lo so anche io che non è paragonabile alla fame nel mondo, ma mentre scrivo con la gola in fiamme grazie alla collaborazione del mio amico reflusso, tre maglioni per poter areare casa in una giornata di gelo senza termosifoni e il pc scarico, che mi costringe a stare seduta su una sedia in un angoletto vicino ad una presa della cucina…beh, la fame del mondo è una vera piaga ma a me oggi RODE alquanto, voglio accettare il mio nervosismo, senza sentirmi in colpa per non essere il simbolo della gioia dopo  un tot di ore per me fastidiose. Ed eccolo li il rimedio, il mio rimedio, perchè ognuno ha il suo personale "scaturisci sorriso". Il mio oggi è un profumo, semplicemente quello di una pianta, un odore della mia infanzia e in un batter di ciglia.. un sorriso.

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