sabato 19 febbraio 2011

Il silenzio dei mass media italiani difronte ai DIRITTI FEMMINILI

 
Il silenzio mediatico difronte alla manifestazione per la dignità femminile del 13 febbraio e a un malcontento comune che dilaga lo trovo un atto di inciviltà

Molti sminuendo l’evento e ricollegandolo a fazioni politiche si sono allontanati dal vero scopo iniziale e portante: rivendicare la propria dignità femminile.
Con la speranza che noi Donne continuiamo sulla scia di questa bellissima ondata di freschezza, che le correnti politiche, il silenzio dei mass media, lo sconforto di alcune donne, la passività di molti uomini e il menefreghismo del governo non faccia perdere l’ardore del riscatto, la voglia di migliorare…la sensazione di guardare una bambina negli occhi e ripetersi dentro che tutto questo lo si fa anche per lei, che quegli occhioni un domani si troveranno un passo avanti. Tutto questo detto da una persona come me che avrà partecipato a 2 manifestazioni nella propria vita, che non ama moti sfacciatamente rivoluzionari, che non si cela dietro bandiere o ideologie. 
 
Tutto questo viene da me, una donna comune e semplice nei suoi ideali, che adora essere Donna e che al tempo stesso crede nel ruolo della Donna e non in molte esagerazioni che trovo troppo femministe. Ma la dignità care colleghe è dignità, che tu sia di destra o di sinistra, che tu sia un amante dei ruoli o una accanita femminista, che tu sia una adolescente o una donna matura. La dignità è oggettiva, poi soggettivamente possiamo porre limiti leggermente differenti, ma il concetto basilare è insito in tutti gli esseri umani ed è racchiuso in questa semplice ma complessa parola: DIGNITA’.
Dignus = meritevole; di cosa? Del rispetto comune. Anni di società patriarcali ancora minano questo valore basilare dell’intera comunità?

Ieri ho avuto l’onore di conoscere una donna dai grandi valori che ha parlato a me e ad altre donne riunite per un corso preparto, donne licenziate e non tutelate, donne ghettizzate per aver portato avanti un sogno, quello di diventare madri. Con lo sguardo fiero, dall’alto dei suoi anni ci ha guardato ad una ad una e ci ha detto di non lasciare che questi eventi finiscano così nel dimenticatoio, che questa ondata sia solo una goccia in un oceano, di lottare onestamente per noi stesse, per i nostri diritti, per quelli delle nostre figlie e per le donne come lei, che hanno partecipato alla costruzione di un progetto per la dignità femminile, che deve ancora essere portato avanti, smussato, studiato e plasmato. Perché donne come lei che hanno reclamato il diritto al lavoro, alla pari retribuzione, alla realizzazione di ideali comuni non guardiano questo presente in maniera sconfortata; perché proseguire è l’unico modo per concludere un percorso che potrà un domani far acquisire alle Donne il vero rispetto. 


Guardo mia figlia, la piccola donnina che sta diventando, i suoi lineamenti che di anno in anno assumono sempre più il volto della Donna che diventerà, la vedo scorrazzare per casa parlando di cosa farà da grande e mi fermo a pensare a quanto sia affascinante ascoltare i suoi sogni; la guardo e so di per certo che per lei voglio un mondo che la consideri meritevole di rispetto.

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