Giorni  fa parlavo con un’amica della “consapevolezza”, traguardo  ambito ma  doloroso dell’età adulta. Si rifletteva su quanto noi donne  ricerchiamo  di consapevolizzare la nostra vita, il rapporto con gli  altri, i nostri  sentimenti, etc etc.. e quanto poi è doloroso arrivare  alla meta e  assimilare il tutto. Perché di questo si tratta: di una  vera e propria  assimilazione dell’oggetto, della sensazione,  dell’evento, etc. Nello  specifico parlavamo di rapporti con i propri  partner.
La caduta dell’ideale del principe azzurro arriva per  tutte, chi prima e  chi dopo raggiungiamo quello stato di perfetta  instabilità che è solo  il preludio del cammino di consapevolezza che ci  accingiamo a percorrere  nella nostra sfera sentimentale. Il principe  azzurro non esiste e non  ce lo dicono da bambine; i matrimoni nelle  favole sono la fine del libro  e non l’inizio. Il giovane a cavallo è  aitante, premuroso, virile e  dolcissimo, soprattutto è perfetto per la  sua principessa; ma non ci  viene reso noto che quel personaggio come il  drago cattivo, è  inesistente nella realtà. Conosco donne che si  rendono conto di questa  importante verità, ma che purtroppo non sono  riuscite ancora a  consapevolizzarla: sono le donne “senza scarpetta di  cristallo”. Come  riconoscerle? Beh una di queste sono io! Noi donne che  non crediamo più  nelle favole ma che non ci siamo neanche totalmente  svegliate dal magico  incantesimo che queste riversano su di noi ;  diciamo di non credere nel  principe azzurro ma poi ce la prendiamo se  un uomo non è simile  all'idea che ci siamo fatte di lui.Sempre  parlando con questa mia amica è nato l’esempio del primo  appuntamento.   Esci con un fantomatico "lui", senza grandi aspettative e  ti ritrovi  anche piacevolmente sopresa di aver vissuto una cosi bella  esperienza .  Non appena tornata a casa già pensi a come rivederlo...e alla fine ci  riesci pure. Dopo poco arriva il problema, è cioè dal  ricordo di quelle  belle emozioni, si passa ipotizzare eventuali  contesti, dialoghi e  perfino gesti dell’appuntamento successivo. Scenari  assolutamente  irreali che ti scorrono davanti e in un attimo diventi  una regista  perfetta, accurata nei dettagli e impeccabile nella  sceneggiatura; al   tuo confronto Spilberg potrebbe sembrare un  dilettante.
Arriva il  tanto atteso appuntamento e giustamente non è mai come te lo  sarai  immaginato nei giorni precedenti e te ne accorgi sin dai primi  momenti.  Questo ti provoca già un leggero fastidio di cui non sai  inizialmente  spiegarti la causa. Poi alla prima frase o, peggio ancora,  al primo  gesto che reputi inopportuno ecco che l’appuntamento tanto  sognato si  trasforma in un incontro da dimenticare; indi per cui, per le più  esigenti, quell’uomo potrebbe essere da cestinare.
La  maggior parte delle volte, se non sempre, care colleghe “senza   scarpetta di cristallo”, quell’uomo non è così diverso da come era nel   primo appuntamento; ciò che cambia è come lo vediamo noi, in base alle   aspettative che ci siamo create. Pensate a questo atteggiamento   “spalmato” su una storia di anni quanti sogni delude, quanti momenti di   vita insieme ci fa perdere e quante separazioni ci fa vivere.
Le  aspettative create sulla base di ciò che vorremmo e non su ciò che   l'altro è, possiamo considerarla la prerogativa principale di noi donne   “senza scarpetta di cristallo”.
Tra l'altro donne intelligenti,  brillanti, che amano infinitamente; ma  che ancora non hanno  consapevolizzato che l’altro non è noi, che la  nostra visuale non è la  sua, che non è possibile misurare con un metro  di misura così  soggettivo anche i pensieri del nostro partner. Noi che  noi non siamo  le artefici del reale, che non siamo le principesse del  libro che  tenevamo da bambine sul comodino, noi che non riusciamo a   consapevolizzare veramente che l’inchiostro, con cui scriviamo il nostro   personaggio, non può scrivere anche gli altri.
Siamo “senza  scarpetta di cristallo” perché non esiste nella realtà una  scarpetta di  cristallo; qui dove i draghi e le streghe hanno i volti di  vicini e  parenti, il principe azzurro lo troveremo solo quando   consapevolizzeremo che quell’uomo che ci dorme accanto, senza   addossargli mille aspettative, è meno imperfetto di ciò che appare.

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